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Festa dei Nonni 2020

La saggezza che sa “stare”. Festa dei Nonni 2020

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Riscoprire la saggezza che sa “stare”:

I giorni del lockdown e delle misure restrittive, ci hanno costretto a fare i conti con un fondamentale aspetto della nostra vita: le corse continue, le urgenze, gli spostamenti sempre più imposti dalla società liquida in cui siamo calati, ci hanno privato della capacità e della saggezza che sa “stare”. Eravamo (e siamo tornati ad essere) talmente tanto abituati a muoverci come trottole continue che fermarci, in molti casi, ci è apparso quasi come una condanna. Allora, ci siamo arrovellati il cervello alla ricerca di qualche cosa da fare. Un modo alternativo di riempire il tempo rimasto vuoto dopo che la cornice, forse anche troppo rigida della routine, è andata in frantumi. E ci siamo trovati di fronte a una tela che non sapevamo più come riempire o come far reggere. Eppure…

L’uomo non è fatto per stare sempre in movimento…lo “stare” dei nonni

Ce lo ricordano ogni giorno i nostri nonni. I vecchiettini con il bastone o sulla sedia a rotelle. E le vecchiette sedute accanto al camino, con la copertina di lana a quadrettoni sulle ginocchia e l’ultimo lavoro a maglia, perennemente da finire, adagiato in grembo.

Sono loro i grandi maestri ai quali dovremmo saper “rubare” l’arte dell’immobilità fisica, la capacità e la saggezza dello “stare” soli a “tu per tu” con noi stessi senza la minima preoccupazione, immersi nei ricordi e negli attimi presenti. Tutti quegli aspetti che spesso e volentieri ci stancano e ci spaventano perché ripetitivi e monotoni. E dai quali fuggiamo per finire, poi, col dimenticarci che la nostra anima si sforza sempre di andare verso se stessa, compiendo movimenti di riflessione ciclici sempre intorno allo stesso punto: il nostro carattere. Quell’invisibile “immagine del cuore” che, per tutto il corso della vita guida la nostra esistenza. E che ci conduce ogni giorno in un gioco a spirale sempre più volto alla ricerca di noi stessi. Di chi siamo e vogliamo e possiamo essere.

Come la saggezza dei nonni ci aiuta a conoscere noi stessi:

Nosce te ipsum. Diceva l’oracolo di Delfi.

Eccolo il compito più importante che siamo chiamati ad affrontare nel corso della nostra vita.

Conosci te stesso.

E nessuno, meglio di un nonno, con la sua immobilità e la sua ricorsività, con i suoi aneddoti e le sue critiche, può insegnarci come farlo.

Il movimento circolare dell’anima:

Se l’anima nel suo moto circolare raggiunge tutte le cose mentre vive la propria vita, come dice Plotino, allora ogni cosa, ogni momento possono offrirci intuizioni psicologiche. Nel suo moto circolare, l’anima ritorna sempre al medesimo punto, al medesimo tema centrale, il carattere: onore, dignità, coraggio, grazia, valori. Se le nostre azioni ci conducono troppo lontano in linea retta…non stiamo più girando intorno al problema che è centrale per l’anima. Allora nasce come un desiderio di ritornare a quelle cose centrali (James Hillman _ La forza del carattere, pag. 189).

Ritorno all’essenziale attraverso il racconto:

Non dimentichiamo, poi, che questo ritorno al centro, è anche un ritorno alle cose essenziali, alle cose eterne, un meccanismo di rivolgimento (o epistrophé) che ci permette di fornire un senso a tutto ciò che ci accade, offrendo un’idea di fondo capace di differenziare i fatti dall’anima.

Un esempio di questi “eterni” sono le storie, la favole, i miti che i nonni e gli anziani da sempre raccontano ai giovani per insegnar loro cosa sia il mondo e cosa sia la vita. Aneddoti del meraviglioso, come li definisce James Hillman, che non vanno però mai presi come storie reali, e che stimolano congetture che vitalizzano l’anima, restituendole la sua essenza immaginale, nutrendola cioè di immagini affini a se stessa. È questo:

L’inizio della saggezza che sa “stare”:

L’inizio di quella saggezza che da sempre tributiamo ai nostri anziani e che sempre dovremmo ricordarci di onorare nei nostri nonni. Una saggezza che inizia proprio dall’immobilità.

L’essere esonerati dal movimento, infatti, o il possedere una ridotta capacità di movimento

potrebbe rappresentare una della grandi benedizioni dell’età, perché consente alla vecchiaia il tipo di saggezza di chi non è coinvolto (James Hillman).

Detto in altre parole: è come se “lo stare”, in qualche modo, facilitasse una nuova modalità di vedere. Attraverso gli occhi della mente, in un’altra luce e da un’altra angolazione. Sono gli occhi dell’immaginazione che vedono l’essenziale in prospettiva e c’insegnano che esiste una verità più vasta, una capacità di comprensione più ricca. Che esiste un altro sapere, oltre quello, dimezzato, del mondo diurno. E questo sapere torna sempre all’anima.

Ritorno in patria: apertura al profondo.

Insomma i nonni ci spianano la strada per diventare noi stessi.

Richiamandoci a loro, agli avi e agli antenati che li hanno preceduti, attraverso racconti e memorie, ci richiamano in patria, intesa qui come casa del padre, nel senso più puro di discendenza, e ci invitano a calarci nel nostro presente, nel posto che è nostro. A casa. Cioè: nel profondo dentro di noi. In questo senso, i nonni ci aiutano a crescere: facilitando la nostra discesa nel mondo che è sotto, permettendoci di accedere alla conoscenza e alla ricchezza delle figure che popolano la nostra psiche, grazie alla loro capacità di essere e di stare. Prestandoci il loro modo di vedere noi stessi e il mondo.

Dritto all’essenza.

 

Dott.ssa Angela Paris e Dott.ssa Michela Bianconi

 

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